Edit Napoli 2024: heritage e sperimentazione nella fiera del design editoriale

16 Ottobre 2024

Tra gli appuntamenti d’autunno più innovativi del momento c’è anche Edit Napoli, fiera del design editoriale nata da un’idea delle curatrici Domitilla Dardi ed Emilia Petruccelli.

La sesta edizione si è appena conclusa e, come di consueto, ha coinvolto designer di matrice diversa facendo della varietà uno dei suoi punti di forza. La sede principale è L’Archivio di Stato, ospitato in un complesso monastico del 1600: gli antichi chiostri sembrano il luogo ideale per accogliere, per contrasto, le idee sperimentali dei designer indipendenti che partecipano alla fiera accanto ad aziende prestigiose che qui si raccontano in un contesto insolito.

È il caso di Cassina protagonista di uno dei sei eventi “Cult” paralleli alla fiera. L’azienda, ospitata nel teatrino di corte del Palazzo Reale, ha scelto di raccontare la personalità di Filippo Alison con l’allestimento “Editare iMaestri, Tributo A Filippo Alison”. L’architetto napoletano negli anni ’70 portò avanti una corposa ricerca sul lavoro di Charles Rennie Mackintosh, ricerca che condusse all’inserimento di alcuni lavori del designer scozzese nella collezione iMaestri di Cassina che ancora oggi edita i progetti più iconici dei grandi protagonisti del progetto moderno.

Al centro del palcoscenico del teatrino di corte, la sedia Hill House 1 e la poltrona Willow 1, che sono parte ancora oggi della Collezione Cassina iMaestri, circondati da altri modelli oggi non più in produzione ma significativi del contributo di Alison alla storia di Cassina. 

Anche Ethimo ha partecipato alla fiera inserendo le ultime produzioni, con disinvoltura, tra le volte dei chiostri seicenteschi: in scena la nuova collezione Patio, disegnata dallo Studio Zanellato/Bortotto, la lampada Lustra e i coffee tables Folia di Luca Nichetto, i nuovi vasi Innesti di Studiopepe, il tappeto della linea Nodi di Paola Navone e Hut, l’alcova disegnata da Marco Lavit.

Fiera del design editoriale, Edit è stata anche la cornice ideale per presentare la collezione Issho di RAUM per Carpet Edition: è un tributo a Carlo Scarpa e al suo Memoriale Brion di cui evoca le architetture e le atmosfere e in particolare l’ingresso segnato da due cerchi attraverso cui si accede, che sono anche maschile e femminile, ying e yang, ombra e luce.

Ecco perché la collezione prende il nome di Issho che si traduce dal giapponese con “insieme”. I due elementi modulari che compongono il tappeto sono dunque pensati per riprodurre l’arco del memoriale ma possono essere composti liberamente per dare vita a ulteriori configurazioni. I due moduli si distinguono per piccoli ma raffinati elementi compositivi: bordo ribassato per l’uno e frange per l’altro, color mattone per l’uno e viola per l’altro, colori tratti dal mosaico che caratterizza l’architettura del memoriale.

Interessante è anche l’installazione Ornamentum di De Castelli che ha sposato l’anima sperimentale e creativa della fiera in modo eccelso.

Chiamando a raccolta 31 designer a cui ha chiesto di interpretare il tema dell’erosione del metallo su una serie di opere d’arte e design che rappresentano altrettanti pattern decorativi. Tra i progettisti coinvolti ci sono Alessandra Baldereschi, Constance Guisset, Francesco Forcellini, Luca Pevere, Pio e Tito Toso e Zanellato e Bortotto.

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