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Vai allo shop2 Luglio 2024
I premi assegnati quest’anno dall’ADI sono un riconoscimento all’innovazione e alla sostenibilità.
Nel 1954 è Gio Ponti ad avere l’idea di istituire un premio dandogli il nome di Compasso d’oro, non solo per il prestigio di questo metallo ma anche “perché riferito al compasso usato dagli scultori per definire le proporzioni sulla base delle regole dell’armonia aurea” come ricorda Luciano Galimberti, presidente ADI.
A questo ideale di armonia, come Galimberti fa notare, si sono da sempre ispirate generazioni di progettisti e ancora oggi, che le tematiche e le priorità sono cambiate rispetto a settant’anni fa, l’armonia è il filo conduttore di tutti i progetti premiati in questa occasione.
L’edizione numero settanta si è tenuta lo scorso 20 giugno proprio nella piazza del museo dell’Associazione Disegno Industriale che ha annunciato anche una nuova edizione internazionale del premio che si terrà nell’ambito della partecipazione italiana all’Expo 2025 di Osaka.
La giuria era composta da Maria Cristina Didero, autrice e curatrice indipendente; Luciano Galimberti, designer e presidente ADI; Francisco Gómez Paz, designer; Renata Cristina Mazzantini, direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma; Toshiyuki Kita, designer e Ambassador del Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka.
I premi assegnati sono stati venti a cui si aggiungono i premi alla carriera e le menzioni d’onore. Le categorie della progettazione coinvolte sono tante, dalla medicina al lavoro anche se il cuore della manifestazione resta il design degli spazi, tra materiali, tecnologie, arredi e luci.
Per la categoria illuminazione è stata premiata la lampada Anima di Davide Groppi: caratterizzata dalla consueta poetica del designer, Anima riduce all’essenza la struttura per dare spazio solo alla luce e alla meraviglia, sollecitando la fantasia di chi la sceglie.
Nella stessa categoria anche il premio a Figaroqua Figarolà disegnata da Paolo Rizzatto e Mario Nanni per Viabizzuno: sospesa ai quattro angoli di una stanza, consente, con un sistema di contrappesi, di essere spostata in base alle esigenze del momento. Tra gli arredi il premio è stato assegnato al divano Costume, disegnato da Stefan Diez e prodotto da Magis, premiato per la sua modularità e disassemblabilità che lo rende versatile e sostenibile.
Premiato anche il divano Za:Za di studio Zaven per Zanotta: immaginato a partire dall’esperienza d’uso quotidiana del divano, si compone di solo due elementi, separabili ed è comodo e sostenibile.
Ora più che mai non può mancare un premio all’arredo da esterno, assegnato all’innovativo sistema di ombreggiatura MRX di Marco Acerbis per Talenti: un portale che scandisce lo spazio e, se aperto, offre una preziosa e ristoratrice zona d’ombra.
Sono di grande interesse e significato anche i premi alla carriera, destinati a personaggi e prodotti significativo nel panorama del design. Paola Antonelli, Umberto Cassina, Anna Ferrino, Roberto Gavazzi, Piero Lissoni, Francesca Planeta, Maurizio Riva, Paolo Rizzatto e Roberto Ziliani sono i nomi italiani.
I premi alla carriera internazionali sono stati assegnati ai giapponesi Tadao Ando e Rei Kawakubo.
Significativi anche i premi alla carriera di prodotto, assegnati a tre progetti di Gio Ponti, padre fondatore del premio stesso: la Superleggera, disegnata nel 1957 e prodotta da Cassina è la seduta iconica per eccellenza e racchiude molto dell’approccio pontiano al design; la collezione di maioliche Blu Ponti, creata nel 1960 per l’Hotel Parco dei Principi di Sorrento e ancora oggi prodotta da Ceramica Francesco De Maio è un esempio eccelso dell’incontro tra Ponti e il Mediterraneo; infine, poltrona D 154.2 disegnata nel 1953 per una committenza privata e oggi prodotta da Molteni & C è stata portatrice di innovazione al suo tempo ed è ancora oggi estremamente attuale e versatile.