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Vai allo shop11 Aprile 2023
Artista, teorico, designer, ha portato avanti le sue idee sperimentali rivoluzionando, in modo gentile, la cultura del progetto
Geniale, ironico, sperimentatore: Bruno Munari è stato una figura dirompente nel panorama creativo italiano in cui ha contribuito a delineare un profilo professionale trasversale, all’epoca del tutto nuovo. Nato nel 1907 inizia a lavorare come grafico pubblicitario nel 1929 nel frattempo coltiva anche altre forme espressive e nel 1933 presenta le sue Macchine Inutili: sculture sospese con un forte profilo grafico che oggi chiameremmo mobiles. Dagli anni ’40 in poi inizia una preziosa collaborazione con l’azienda Danese per la quale disegna, ad esempio, il posacenere Cubo, la lampada Falkland (oggi prodotta da Artemide) e il set da scrivania Canarie.
Non è un designer puro ma piuttosto un creativo che naviga senza paura attraverso tutte le forme espressive, con la curiosità e l’intraprendenza di un bambino. E non a caso, proprio al mondo dell’infanzia dedica un filone importante del suo percorso professionale, soprattutto attraverso una serie di pubblicazioni che suggeriscono un approccio nuovo all’educazione, un approccio fatto di apprendimento tramite il gioco piuttosto che di nozioni da apprendere a memoria. “Non c’è stato un momento, nella mia infanzia e nella mia vita, in cui mi sono accorto che la mia strada sarebbe stata quella dell’artista. C’è sempre stata una specie di ‘dissolvenza incrociata’ tra la vita normale di paese e una mia attività che oggi si definirebbe ‘creativa’, provocata dalla curiosità e dalla voglia di fare qualcosa di diverso dal solito”. Sono le parole con cui lo stesso Munari riflette sul suo percorso, antesignano dell’approccio trasversale alla creatività, un approccio che traspare anche dai progetti che ancora oggi entrano nelle case portando quel pizzico di meraviglia quotidiana a cui puntava Munari stesso.
La lampada Falkland è frutto di un’intuizione che solo una mente elastica e aperta come quella di Munari poteva generare. Quando inizia a lavorare al progetto, per l’azienda Danese, l’idea è di evocare le lanterne giapponesi: la carta di cui sono tradizionalmente fatte è però delicata e tende a ingiallirsi. Alla ricerca di un materiale più idoneo, Munari si reca in una fabbrica di collant e, ispirato dalle nasse dei pescatori, inizia a sperimentare l’effetto che produce l’inserimento di cerchi metallici all’interno di una calza. Nasce l’iconico progetto che nella sua versione finale, oggi edita da Artemide come sospensione e lampada da terra, prevede la presenza di una serie di cerchi in tubolare metallico di diverso diametro all’interno di una calza. L’alternanza di cerchi di misure diverse detta il ritmo visivo e la rende così speciale e riconoscibile, mentre la calza, fungendo da filtro, contribuisce a creare una luce confortevole e diffusa.
Cubo posacenere e Canarie set da scrivania
Nella visione di Munari anche i piccoli oggetti di uso quotidiano possono essere progettati con cura per rendere interessanti e belli i gesti più semplici. Un esempio di questo approccio è il posacenere Cubo, disegnato nel 1957 per Danese: l’idea, innovativa per l’epoca, è creare un posacenere chiuso, in cui sigaretta e cenere scompaiono, che sia facile da svuotare. La lamina attraverso cui si inserisce la sigaretta ha un’inclinazione tale da produrne lo spegnimento ed è inserita all’interno di un cubo in resina melamminica non infiammabile. Il concept di Cubo torna nel set da scrivania Canarie composto proprio da una base in alluminio all’interno della quale si possono inserire portapenne, porta fermagli e posacenere, tutti dalla forma a cubo e tutti composti da un involucro in resina melamminica. Della stessa serie è anche Maiorca, il set da scrivania composto da portapenne e porta graffette.