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Vai allo shop28 Febbraio 2019
Dalla poltrona Proust ai cavatappi di Alessi con Alessandro Mendini scompare l’anima creativa del design del ‘900 italiano
Architettura, arredo editoria di settore: Alessandro Mendini è stato l’anima del design italiano del ‘900, attraversando tutte le sue espressioni e lasciando un segno profondo. Bellezza, ironia, innovazione, sono alcune delle caratteristiche distintive del suo stile, altamente riconoscibile nelle progettazioni urbane così come negli arredi e nei piccoli accessori che portano la sua firma.
Nato nel 1931 a Milano, si laurea al Politecnico nel 1959, nel 1979 partecipa all’esordio del Gruppo Alchimia, nel cui manifesto egli stesso afferma: “Per Alchimia vale l’ipotesi che debbano convivere metodi di ideazione e di produzione confusi, dove possano mescolarsi artigianato, industria, informatica, tecniche e materiali attuali e inattuali”. Premiato, nel 1979 e nel 1981 con il Compasso d’Oro, nel 1989 fonda con il fratello l’Atelier Mendini.
Ha diretto riviste di settore come Casabella, Domus e Modo, ha collaborato con aziende del calibro di Zanotta, Alessi, Venini, Bisazza, ma anche Swatch, Cartier e Swarowsky. Sempre sparigliando, sperimentando e lasciando il segno.
Tra i suoi arredi più iconici c’è sicuramente la poltrona Proust, ispirata a una poltrona in stile settecentesco e caratterizzata da una texture molto colorata, dipinta a mano, talvolta dallo stesso Mendini, che comunque ne controllava sempre la realizzazione. Oltre alla versione originale, nel 1993 Cappellini ne commercializza una versione detta Geometrica, modificata nel disegno ma realizzata a mano. Magis , invece, ne realizza una interamente in polietilene, in 6 varianti di colore, adattata anche all’esterno, grazie a un foro che consente il drenaggio dell’acqua piovana.
Iconici sono anche i tanti progetti realizzati per Alessi , in particolare i cavatappi della serie Anna G. con la sagoma femminile e la riedizione della Moka. Così come gli sgabelli Roy, progettati per Kartell e sugli specchi Settecento progettati per Glas Italia.
Il suo indiscusso accento postmoderno si posa anche sui progetti urbani, tra cui la Torre dell’orologio di Gibellina, il museo di Groninger, nei paesi Bassi, le stazioni Salvator Rosa, Materdei e Università della metropolitana di Napoli.
Per l’immagine di copertina: courtesy Zanotta